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Il tiro della grande fune

11 dicembre 2009 – 10 gennaio 2010

Il Tiro della grande Fune

Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia

Giovedì 10 dicembre, alle ore 17.30 si inaugurerà, presso l’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia, la mostra fotografica “Il Tiro della Grande Fune”, realizzata da Massimo Berretta.
Il Tiro della Grande fune (Naha ōzunahiki) è uno dei principali eventi culturali popolari che si svolge annualmente a Naha, capoluogo dell’isola di Okinawa, nella domenica di ottobre che precede il giorno della Festa dello sport. è una sorprendente competizione durante la quale due squadre opposte si sfidano tirando una corda gigantesca. La fune, realizzata oggi in paglia proveniente da Taiwan, è la più grande del genere mai costruita ed è entrata a far parte del guinness dei primati nel 1995.

L’evento, che occupa il secondo giorno del grande Festival di Naha costituendone l’attrattiva principale, è preceduto al mattino dalla parata dei 14 stendardi, ognuno dei quali rappresenta un quartiere della città. La parata degli stendardi parte dalla via Kokusai Dōri e guida la grande folla degli spettatori fino al crocevia di Kumoji dove ha luogo la gara del Tiro della Grande fune.

La tradizione del tiro alla fune di Naha risale al XVII secolo ma lo svolgimento annuale è entrato in vigore solo dal 1971, in occasione del 50° anniversario della fondazione del governo municipale di Naha.
La grande fune è costituita da due elementi, maschio (wuunna) e femmina (miinna), di uguale lunghezza, peso e larghezza, che presentano ad una delle due estremità una chiusura a forma di grande anello. Durante la cerimonia l’unione dei due anelli viene realizzata per mezzo di un bastone (kanuchiboo) di legno di sandalo rosso, del peso di 365 kilogrammi, lungo 3 metri e 65 centimetri e con un diametro di 43 centimetri. Dopo che ha avuto luogo questa unione, i gruppi rivali rispettivamente rappresentanti l’Est (corda maschio) e l’Ovest (corda femmina) si potranno affrontare e potranno iniziare a tirare la grande fune, ciascuno nella propria direzione, fino a quando uno dei due supererà i 5 metri dal centro della linea di partenza aggiudicandosi la vittoria.

Le grida di incitamento dei capi delle due corde e le parole pronunciate a gran voce dai partecipanti per scandire il tempo e accompagnare lo sforzo fisico, si mescolano alla musica e al ritmo crescente dei tamburi mentre una moltitudine di spettatori assiste eccitata. Ad aderire ogni anno sono in migliaia: circa 280 mila persone, di cui più di 100 mila sono coloro che partecipano tirando la fune.
Sebbene in origine questo rituale appartenesse esclusivamente alla sfera del religioso con la principale finalità di propiziare l’esito di abbondanti raccolti, in tempi più recenti, la festa ha assunto un valore squisitamente celebrativo. Con tale manifestazione, infatti, si vuole commemorare l’incursione aerea del 10 ottobre 1944, evento nefasto durante il quale la città di Naha fu quasi completamente rasa al suolo.

Nella mostra sarà esposta anche una selezione di preziosi manufatti di corallo e di madrepore, della collezione privata Liverino di Torre del Greco. I manufatti, databili tra il XVIII e XIX secolo, sono esempi di differenti tipologie di corallo: asiatico e mediterraneo. L’isola di Okinawa ancora oggi rappresenta una fonte fiorente di coralli che esporta per la lavorazione in tutto il mondo.

Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia
Direttore Stefania Massari

Commissario della mostra
Inia Pasqua Izzo

Catalogo a cura di
Massimo Berretta e Annalaura Valitutti
Fotografie: Massimo Berretta
Testo: Annalaura Valitutti

Patrocini
Ambasciata del Giappone in Italia
Istituto Giapponese di Cultura in Roma
Università di Roma “Sapienza”
Facoltà di Scienze Umanistiche, Cattedra di Storia delle Tradizioni Popolari

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